E se non fosse così nero questo cigno ?

E se non fosse così nero questo cigno ?

?Due topolini mediamente intelligenti, ma scaltri – Nasofino e Trottolino – e due piccoli gnomi – Tentenna e Ridolino – tutti ghiottissimi di formaggio, vagano giorno dopo giorno nel labirinto in cui vivono alla ricerca del loro bottino.

I primi grazie al loro naturale istinto, i secondi alle loro mentali congetture, i quattro riescono sempre nell’intento di soddisfare il loro sviscerato desiderio di formaggio.

⚡️La vita scorre fluida e senza intoppi fino a quando un giorno, improvvisamente…il formaggio sparisce !

I protagonisti, ognuno a suo modo, si mettono allora alla disperata ricerca: Ridolino cerca di sdrammatizzare, Nasofino si affida al suo sviluppato fiuto, Tentenna si muove un po’ indeciso, Trottolino si agita nella sua spasmodica caccia, e la storia si snoda con il racconto delle loro avventure.

In questo saggio#(*), famoso in tutto il mondo per gli insegnamenti che contiene resi sotto forma di intelligenti metafore, si passano in rassegna alcuni tra i pensieri-guida che l’esperienza umana ha maturato nei confronti dell’imprevisto: dal sopravvive chi si adatta meglio#, al problema del nuovo causato dalla resistenza ad abbandonare il vecchio#, alla convenienza di pensare al kaos in tempo di ordine, dato che nel kaos le priorità cambiano#.

⭐️La metafora tocca aspetti delicati e molto importanti, di costante quotidianità per ognuno di noi: dalle famiglie alle organizzazioni di qualunque tipo, dalle aziende alle squadre sportive, dalle comunità fino alle nazioni intere.

Il tema della storia – il cambiamento# come unica cosa che non cambia, come vera costante della vita – è osservato dal punto di vista di quale sia l’atteggiamento che conviene acquisire per affrontarlo e per rispondere efficacemente a situazioni date per sicuro mai realizzabili’#, nella consapevole accettazione che comunque…ci sarà sempre qualcuno o qualcosa che sposterà il nostro formaggio.⚡️

Proprio per questo, quindi, diventa interessante fare qualche considerazione in merito alla relazione che il saggio, seppur indirettamente, propone fra informazioni note, esperienze acquisite e atteggiamenti adottati.

Succede infatti, a volte, di rendersi conto a posteriori che un evento così inaspettato e così imprevedibile non era, e comunque, a dispetto di ciò, come una sorta di auto-assoluzione forse utile per nascondere o, quanto meno, attenuare superficialità, negligenza o impreparazione, notare una diffusa tendenza a evidenziarne e rimarcarne la casualità o l’imprevedibilità, invocando la teoria del ‘cigno nero’#.

⚡️Di questa teoria ne ha parlato per primo Nassim N. Taleb#, filosofo e matematico USA di origine libanese, riferendosi a qualsiasi evento – negativo o positivo non importa – considerato rarissimo, inaspettato, per niente prevedibile, quindi poco probabile e perciò fuori da ogni controllo preventivo.

Si è fatto riferimento al cigno nero a proposito di eventi che hanno avuto un fortissimo impatto sull’umanità: l’olocausto#, la bomba atomica#, la caduta del muro di Berlino#, il Wall Street Crash#, Chernobyl#, lo tsunami in Thailandia#, le Torri Gemelle#, tutti fatti considerati ‘assolutamente’ imprevedibili.

Questa teoria ha risvolti interessanti soprattutto se, piuttosto che sul carattere dell’imprevedibilità, ci focalizzassimo sul significato e sull’ampiezza dell’avverbio ‘assolutamente’, legandolo alla relazione di cui si accenna nel racconto.

⚡️In effetti, si considera un evento imprevedibile quando tale è in riferimento alla stragrande maggioranza delle persone. Succede spesso, però, di accorgersi che lo stesso evento tanto imprevedibile non era, e che comunque non avrebbe dovuto esserlo specialmente per gli addetti ai lavori, cioè per quei gruppi di studiosi, esperti, tecnici che, dotati di conoscenze, competenze e responsabilità, avevano il compito e la funzione di monitorarlo, prevederlo e anticiparlo, impostando in tempo utile i metodi per renderlo inefficace.

Astraendoci dai riferimenti storici passati, si può pensare che il crollo di un titolo in borsa#, o la crisi americana dei subprime# o la bolla immobiliare# possano essere stati – sì – eventi imprevedibili per i risparmiatori, ma certamente non lo erano – e non avrebbero dovuto esserlo – per gli operatori e gli specialisti, anche perché segnali premonitori abbastanza chiari ed evidenti si erano manifestati da tempo.

Prendendo a prestito la triade ‘1. cosa so di sapere – 2. cosa so di non sapere – 3. cosa non so di non sapere’ – considerata la regola madre per costruire efficaci strategie nell’affascinante Arte della Negoziazione – si può sostenere che è proprio sulla base degli elementi noti (ciò che so di sapere e di non sapere ancora) che costruisco il ponte per giungere a conoscere quello che effettivamente mi serve, che al momento mi sfugge e che potrebbe farmi trovare impreparato. Si tratta di un metodo testato ed affidabile che consente spesso di riuscire a ‘prevedere l’imprevedibile’.

Fatta questa premessa, quindi, se ci vantiamo di qualificarci ‘knowledge worker’# perché affermiamo di sapere come volgere in positivo gli utili insegnamenti dell’esperienza – nostra maestra di vita – e predichiamo di saper leggere i segnali anticipatori, allora la domanda più efficace rischia di essere pericolosa.

To be or not to be ? This is the question”# faceva dire il famoso drammaturgo inglese# al suo protagonista.#

?Pandemia# o mancanza di piano pandemico# ?” possiamo domandarci. E forse scopriremmo che stavolta il cigno non era poi così nero.

Ai posteri#….

L’esperienza non è ciò che ci succede, ma quello che facciamo con ciò che ci succede.”#

^^^^^^^^^

(*) Chi ha spostato il mio formaggio” di Spencer Johnson#